PROGETTO RESPIRO
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Puglia
- AOU Policlinico Giovanni XXIII di Bari (progetto-equipe GIADA)
- APS Progetto Sirio
Il progetto RESPIRO, che comprende tutta l’area del Sud Italia e isole, intende promuovere un mo-dello di intervento e di cura che possa garantire una risposta efficace per la protezione di bambini e bambine quando si verifica un femminicidio, affinché i più piccoli e i loro familiari non siano soli, ma vengano accompagnati in un percorso di sostegno.
Il punto di partenza è dato dalle considerazioni di analisi di contesto contenute nell’avviso pubblico “A braccia aperte” su una realtà, come quella dei cosiddetti orfani speciali, i figli e le figlie dei fem-minicidi, «tanto complessa quanto ancora sommersa», con «un impatto psicologico devastante» per i bambini orfani, che ha riflessi e conseguenze su tutta la loro sfera di vita e coinvolge anche i loro ca-regiver (in prevalenza familiari delle vittime, ai quali vengono affidati).
La finalità generale è raggiungere tutti gli orfani speciali con un modello di intervento che tenda alla standardizzazione ma salvaguardi e promuova la prossimità e le relazioni personali, per rispondere adeguatamente ai tre obiettivi fondamentali dell’iniziativa “A braccia aperte”, riferiti a:
• realizzazione di interventi di presa in carico, formazione e inclusione socio-lavorativa degli orfani;
• sostegno delle famiglie affidatarie e dei caregiver;
• creazione o potenziamento della rete degli attori che a vario titolo si occupano degli orfani.
Con l’attenzione metodologica ai necessari e indispensabili percorsi/processi terapeutici e, più in ge-nerale, di cura, ma anche all’attivazione delle competenze di resilienza, nella convinzione che è pos-sibile “riuscire nella vita nonostante le avversità”.
Proprio perché la realtà dei cosiddetti orfani speciali è particolarmente complessa e, al momento at-tuale, pressoché sommersa o affidata ad interventi frammentati, discontinui e disconnessi, il progetto intende in primis “creare sistema” nel senso di valorizzare l’esistente (a livello istituzionale e del pri-vato sociale) e promuovere le opportune sinergie come risorsa indispensabile nella direzione della stabilità e dell’efficacia. La strategia complessiva dell’intervento, e la relativa metodologia, sarà ispi-rata ai criteri di tempestività, multidisciplinarietà, integrazione, specializzazione, costanza nel tempo; e punta sia alla modellizzazione di protocolli e procedure di intervento sia alla definizione di buone prassi e linee guida nazionali e la definizione di una Child Safeguarding Policy specifica per tutti i soggetti partner.
La direzione scientifica del progetto si avvarrà del gruppo di lavoro per la mappatura del fenomeno degli orfani speciali, che sarà organizzata secondo le seguenti direttrici:
• mappatura regionale degli orfani: ricognizione quantitativo-statistica degli orfani già presenti sui territori e dei nuovi orfani;
• mappatura normativa: ricognizione sulla normativa a livello internazionale, nazionale, regio-nale ed eventualmente anche locale e relativi aggiornamenti;
• mappatura “ragionata” di progetto e regionale: mappatura del fenomeno degli orfani, dei loro bisogni, delle loro condizioni, di quanti a diverso titolo si occupano di loro.
Nel corso del progetto verrà portata avanti una formazione specifica, mirata e continua per operatori dei servizi socio-sanitari, dei Centri Anti Violenza e per gli altri professionisti (forze dell’ordine, per-sonale del Tribunale Ordinario e del Tribunale per i Minorenni, legali, insegnanti, volontari delle as-sociazioni, servizio U.E.P.A…), con specifico riferimento al funzionamento traumatico dei minori esposti a violenza domestica e alla successiva perdita di entrambe le figure genitoriali.
Parallelamente sarà condotta una attività di prevenzione e sensibilizzazione attraverso laboratori educativi diffusi di prevenzione primaria sulla competenza/capacità di chiedere aiuto, su un doppio binario: laboratori di prevenzione primaria per bambini (scuole dell’infanzia e primarie e agenzie so-cio-educative 3-11 anni) con la specifica finalità di promuovere/attivare competenze sulla capacità di chiedere aiuto in situazioni di difficoltà, violenza, maltrattamento, abuso. Percorsi educativi, orienta-ti a ragazzi/e ed adolescenti (scuole secondarie di I e II grado 11-18 anni), volti all’esplorazione, all’identificazione e alla messa in discussione dei modelli di relazione basati su stereotipi di genere e dei meccanismi socio-culturali di minimizzazione e razionalizzazione della violenza.
Infine il progetto lavora per portare a emersione il tema degli “orfani di femminicidio” non solo at-traverso i numeri e le loro storie e quelle delle loro mamme, ma anche attraverso le esperienze di re-cupero e reinserimento rese possibili dalla presa in carico territoriale degli “orfani speciali”, e per cambiare la cultura, costruendo insieme ai media e ai comunicatori (anche d’impresa) un’alleanza che permetta di diffondere un nuovo approccio alla prevenzione della violenza domestica anche attra-verso un cambiamento del linguaggio e l’abbattimento di vecchi paradigmi e stereotipi.
Scheda Progetto
Soggetto capofila: IRENE ’95 Cooperativa Sociale
Partner:
• CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia) – nazionale
• Save The Children – nazionale
• Terres des Hommes – nazionale
• Consorzio CO.RE. – Campania
• Az. Ospedaliera Giovanni XXIII di Bari (progetto-equipe GIADA) – Puglia
• APS Progetto Sirio – Puglia
• CENTRO FAMIGLIE Catania – Sicilia
• Associazione THAMAIA Catania – Sicilia
• CIPM Sardegna – Sardegna
• Coop. sociale KOINOS – Sardegna
• Associazione CESTRIM – Basilicata
• APS SINAPSI – Calabria
Territori: Campania (Napoli), Calabria (Reggio Calabria), Basilicata (Potenza), Puglia (Bari), Sicilia (Catania, Palermo), Sardegna (Cagliari).